Che hai fatto in tutti questi anni di Piero Negri Scaglione
Piero Negri Scaglione
Che hai fatto in tutti questi anni
Sergio Leone e l’avventura di C’era una volta in America
(Einaudi pg. 248)
“C’è un’avventura dentro l’avventura, una storia dentro la storia in C’era una volta in America: dal momento in cui è stato pensato per la prima volta a quello in cui è stato presentato a Cannes, evento speciale al Festival, passano diciotto anni. Diciotto anni in cui avviene di tutto. Ma dopo mezz’ora di film, la magia è svelata: altro che gangster movie, C’era una volta in America è un’opera-mondo, un’epica moderna o postmoderna, l’unica possibile”. È un saggio-studio che si legge come un romanzo il libro che Scaglione ha dedicato a uno dei film più belli e consacrati della cinematografia mondiale di tutti i tempi. E lo è non solo per la sua efficacia e puntualità nel riportare retroscena, aneddoti e quant’altro; ma per un respiro nella scrittura che si fa esso stesso cinematografico, sogno nel sogno. Non credo si potesse render miglior servizio al poderoso film-affresco di Leone se non in questa maniera, ovvero raccontandolo (anche) con le ragioni del cuore che sfidano apertamente la ragione. Conferma di ciò la si ravvisa già scorrendo il risvolto di copertina: “Piero Negri Scaglione quando lo vide la prima volta, nel 1984, non aveva nemmeno vent’anni e gli sembrò che quel film ambientato in un tempo e uno spazio lontani raccontasse meglio di mille altri una generazione, un’epoca, forse un’ossessione”. Tra i molti passaggi degni di nota ce ne è uno che fa storia a sé, ed è l’intervista a De Niro, nella quale ci viene raccontata la trafila a cui andò incontro l’attore per ottenere la parte e alcuni dei retroscena sul set. L’uso della temporalità nel dar forma alla memoria e la galleria affollata di fantasmi del film hanno in queste pagine un’ottima, valida guida sentimentale prima ancora che informativa. “Nasco con il neorealismo, – diceva Leone,- ma ho sempre pensato che il cinema è avventura, mito, e che l’avventura e il mito possono raccontare i piccoli fantasmi che ognuno di noi ha dentro”