Sanremo
di Miroslav Mandić
con Sandi Pavlin, Silva Čušin, Boris Cavazza, Mojca Funkl, Barbara Cerar, Lara Komar, Barbara Vidovič, Vladimir Jurc, Safet Mujčić
Slovenia, Italia, 2020, 85′
In collaborazione con l’Associazione DeBanfield
Una storia d’amore un po’ particolare sulle note di “Non ho l’età” di Gigliola Cinquetti, un dolce ricordo di gioventù dei protagonisti. Bruno, anziano e affetto da Alzheimer, ospite di una casa di riposo, ogni giorno si innamora di Duša, e ogni sera se ne dimentica.
Duša, una gentile signora ospite della stessa struttura, anche lei affetta da Alzheimer, è una figura un po’ ambigua, forse un po’ maliziosa. Talvolta i due si incontrano durante le attività proposte nella struttura e flirtano come se si scoprissero per la prima volta, altre invece non si riconoscono nemmeno.
Quando Bruno è in compagnia di Duša, prova un dolce “sollievo” che allevia la sua confusione e nostalgia per il passato.
Un passato che riaffiora invece con forza quando è solo, e lo spinge a fuggire dalla casa di riposo. Desidera invano ritornare a casa sua, da sua moglie e dal suo cane, che però purtroppo non ci sono più.
Il film è un susseguirsi di immagini estremamente suggestive e poetiche, in cui la messa in scena è significativa dello stato d’animo dei protagonisti, a volte confuso, altre nostalgico. In alcuni momenti però è anche dolcemente divertente, come quando una sera Bruno non riesce a trovare la sua stanza ed entra per errore in quella di Duša, sdraiandosi accanto a lei. Al loro risveglio discutono: ognuno è sicuro che l’altro sia nel letto sbagliato, ma ancora una volta si trovano simpatici e si danno appuntamento a colazione. Vestita di tutto punto, Duša però lo aspetterà invano.
Duša, una gentile signora ospite della stessa struttura, anche lei affetta da Alzheimer, è una figura un po’ ambigua, forse un po’ maliziosa. Talvolta i due si incontrano durante le attività proposte nella struttura e flirtano come se si scoprissero per la prima volta, altre invece non si riconoscono nemmeno.
Quando Bruno è in compagnia di Duša, prova un dolce “sollievo” che allevia la sua confusione e nostalgia per il passato.
Un passato che riaffiora invece con forza quando è solo, e lo spinge a fuggire dalla casa di riposo. Desidera invano ritornare a casa sua, da sua moglie e dal suo cane, che però purtroppo non ci sono più.
Il film è un susseguirsi di immagini estremamente suggestive e poetiche, in cui la messa in scena è significativa dello stato d’animo dei protagonisti, a volte confuso, altre nostalgico. In alcuni momenti però è anche dolcemente divertente, come quando una sera Bruno non riesce a trovare la sua stanza ed entra per errore in quella di Duša, sdraiandosi accanto a lei. Al loro risveglio discutono: ognuno è sicuro che l’altro sia nel letto sbagliato, ma ancora una volta si trovano simpatici e si danno appuntamento a colazione. Vestita di tutto punto, Duša però lo aspetterà invano.