L’uomo fiammifero
di Marco Chiarini
Italia, 2009, col. 81’, v.o. italiano
Teramo, campagna abruzzese, 1981. Simone vive da solo con suo padre, la madre è morta qualche anno prima. D’estate in campagna non c’è molta altra gente se non i personaggi partoriti dalla fantasia di Simone e una bambina che ogni tanto passa di lì assieme al figlio adolescente del proprietario terriero e che ne smuove l’interesse.
Simone però ha un’unica preoccupazione: trovare l’Uomo Fiammifero, figura non ben identificata che sembra un trampoliere con grande fiammifero in mano. Poco importa che il padre non creda alla sua esistenza e anzi combatta da bravo uomo verace di campagna l’attitudine svagata del figlio, che questa sua fissazione lo renda oggetto di scherno e che la ricerca rimanga sempre frustrata. L’Uomo Fiammifero che accende le stelle, ha paura del giorno e va trovato lasciando e seguendo indizi, risolverà tutto.
Sui complicati meccanismi di elaborazione del lutto molto si è scritto e girato, specie se incentrati sulla psicologia infantile. Mai però si era visto un lavoro così sincero, diretto e violento nelle sue prese di posizione cinematografiche. L’uomo fiammifero è un film per ragazzi in grado di parlare a tutti andando a smuovere blocchi di memoria sui quali non si era mai soffermato nessuno. Non si tratta solo di parlare della vita di un bambino ma di centrare con precisione chirurgica quel sentire insistendo su particolari e dettagli che instradano lungo percorsi raramente battuti. A partire da rumori, odori e materiali Chiarini costruisce un mood e ricostruisce situazioni familiari a tutti che prescindono dal periodo e dall’ambientazione.
Venerdì 22 novembre 2013 | 18.00 | Magazzino delle Idee |