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Adolescenza in rete: identità di genere e cyberbullismo

Un tentativo di comprendere le modalità di utilizzo della Rete, evidenziandone le potenzialità ma anche i pericoli, in un periodo difficile della crescita, l’adolescenza, in particolare nel delicato ambito della ricerca della propria identità sessuale, da far collimare con un corpo in continuo e repentino cambiamento. Che cosa spinge i ragazzi verso il mondo tecnologico? Alle volte sono proprio sentimenti di inadeguatezza, di delusione e vergogna. Altre volte invece sono spinte positive, come la voglia e il piacere di stare con l’altro e di confrontarsi.

La tecnologia ha sicuramente aumentato il divario fra le generazioni e tale distanza comunicativa ha aumentato anche l’incidenza e la pericolosità delle Rete. In questo “nuovo mondo” tecnologico, è molto più facile nascondersi all’adulto, esporsi mantenendo l’anonimato. Queste garanzie hanno aumentato in modo esponenziale comportamenti aggressivi e violenti, quali il cyberbullismo o il sexiting.

Il linguaggio del mondo virtuale è infatti molto diverso da quello con cui l’adolescente si confronta nella vita di tutti i giorni. Un linguaggio improntato sulla semplificazione, sull’efficacia, sul “tutto e subito”, caratterizzato da un lessico sempre più impoverito in cui le emozioni vengono espresse con delle faccine. Lingue diverse, distanti, il cui incontro produce alle volte paura e senso di inadeguatezza, in particolare in situazioni di fragilità psichica.

Senza l’adeguato supporto di una base sicura, i ragazzi tendono a rifugiarsi difensivamente nell’immediatezza della soddisfazione e dell’onnipotenza virtuale, in cui tutto diventa illusoriamente possibile e sperimentabile, senza conseguenze dannose per Sé e per gli altri ( “Gli adolescenti e la Rete”, B. Volpi, 2014). Il mondo digitale e virtuale rappresenta per questi ragazzi una facile via di anestetizzazione dal dolore della crescita, avvertita come troppo intensa; una sorta di rinuncia all’adulto, troppo spesso latitante come modello di riferimento, per rivolgersi quasi esclusivamente ai coetanei.

L’area multimediale puo’ rappresentare un’ottima occasione di incontro intergenerazionale, in cui l’adulto potrebbe porsi come mediatore, capace di riconoscere le esigenze evolutive dei ragazzi e al contempo di non negare la risorsa tecnologica per la crescita, come anche di evidenziarne i pericoli, esterni (legati soprattutto alla realtà dei social network) e interni (isolamento, fuga dalla realtà). Fornire quindi una competenza critica rispetto all’uso degli strumenti tecnologici e agli elevati gradi di libertà di accesso e interazione che essi permettono.

I rischi del mondo digitale hanno spesso a che fare con una carenza di consapevolezza, con un uso non riflessivo e acritico del computer. Il compito di tramandare la tradizione precedente ci appartiene da sempre, nella nostra responsabilità di accompagnatori nel viaggio della vita. Si tratta di prenderci in carico un nuovo compito e cioè quello di trasporre i nostri contenuti e i nostri valori all’interno di un nuovo sistema di comunicazione e conoscenza. Un compito difficile e faticoso, ma che credo valga la pena tentare.

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