Festival del Cine Espanol
Martedì 3, Mercoledì 4 e Giovedì 5 Dicembre 2019
ore 18.30 e 21.00
Cinema Ariston – viale Romolo Gessi 14
versioni originali
Il Festival del Cine Español, fondato 12 anni fa e organizzato da EXIT Media, porta per la quarta volta a Trieste al cinema Ariston una selezione dei film più amati e premiati della più recente stagione cinematografica spagnola e latinoamericana: la rassegna riflette l’eterogeneità e la vivacità del settore, dando particolare spazio alle migliori opere prime e seconde dell’ultima stagione, alle cineaste, al cinema trasversale, in grado di convogliare in sé altre arti, come la danza. Dopo aver celebrato a Roma la sua dodicesima edizione, il Festival si trasforma come sempre in manifestazione itinerante, e arriva così all’Ariston dal 3 al 5 dicembre: il programma del Festival del Cine Español presenta sei titoli in versione originale spagnola sottotitolata nell’arco di tre serate, organizzate in collaborazione con La Cappella Underground.
Apre la rassegna martedì 3 dicembre alle ore 18.30 il film LAS DISTANCIAS (La distanza) di Elena Trapé (Spagna, 2018, 100′). “Le distanze”, ovvero il tentativo di recuperare un’amicizia, un’intimità che appare lontana. Da questa necessità è mossa Olivia che convince alcuni amici a fare una visita a sorpresa a Comas, il loro compagno all’università che da qualche mese si è trasferito a Berlino per cercare lavoro. Che ne è di lui? È letteralmente sparito! A prima vista sembra che le cose gli vadano a gonfie vele. Ma il fatto è che la distanza tra loro e il vecchio amico non è solo geografica: è lo scarto tra quel che si pensa di conoscere di una persona e quel che ci si trova davanti. Acuto ritratto generazionale di Elena Trapé che trionfa al festival di Malaga 2018: Miglior Film, Miglior Regia e Miglior Attrice protagonista (Alexandra Jiménez).
Nella stessa serata, martedì 3 dicembre alle ore 21.00 in calendario YULI (Yuli – danza e libertà) di Icíar Bollaín (Spagna/GB/Germania/Cuba, 2018, 110′). L’incredibile parabola di Carlos Acosta, in arte Yuli, una leggenda vivente della danza che da piccolo si rifiutava di ballare. Obbligato dal padre che vuole dargli un’opportunità per voltare le spalle alla povertà che attanaglia Cuba dopo decenni di embargo, Yuli giunge al successo mondiale divenendo un performer paragonato per grazia e capacità tecniche a miti quali Nureyev e Baryshnikov. Miglior sceneggiatura a San Sebastian per Paul Laverty (abituale collaboratore di Ken Loach), il nuovo film di Icíar Bollain è carico di lirismo ed energia per tracciare la storia di un uomo capace di sprigionare il proprio talento in un mondo e in un tempo a lui profondamente ostili.
Si prosegue mercoledì 4 dicembre alle ore 18.30 con MATAR A JESÚS (Uccidere Jesus) di Laura Mora (Colombia, 2018, 95′). Medellin, Colombia. Una mattina di ritorno dall’università, la vita della giovane Paula viene sconvolta da due ragazzi che freddano il padre con un colpo di pistola. La polizia lenta e burocratica non dà risposte e molla le indagini: tutto sembra perduto. Fino a quando una sera Paula non incrocia uno dei sicari. Gli si avvicina: il ragazzo si chiama Jesús, parla lo slang dei bassifondi e non sospetta minimamente nulla. Cominciano a frequentarsi, per Jesús portare in giro una come Paula, misteriosa e di buona famiglia, è più che una medaglia al petto… L’opera seconda di Laura Mora, astro nascente del nuovo cinema colombiano, è un viaggio agli inferi autobiografico: un noir che sfocia in una lucida riflessione sui meccanismi che muovono la metropoli.
Il secondo film della serata, mercoledì 4 dicembre alle ore 21.00, è MUCHOS HIJOS, UN MONO Y UN CASTILLO (Molti figli, una scimmia e un castello) di Gustavo Salmerón (Spagna, 2018, 90′). L’esilarante opera prima di Gustavo Salmerón, campione d’incassi in patria, ha come protagonista la madre Julita, matrona verace e straripante, oramai elevata ad autentico personaggio-cult. La storia si trasforma in una vera caccia al tesoro quando il più giovane dei figli scopre che sua madre ha perso la vertebra della bisnonna, conservata come reliquia per tre generazioni. Viaggio surreale tra oggetti, cimeli, personaggi e aneddoti assurdi che raccontano la Spagna di ieri e al contempo offrono un’istantanea della Spagna di oggi. Premio Goya 2018 come Miglior Documentario e Miglior Film a Karlovy Vary: un film adorato da Almodóvar, immancabile.
Il programma di giovedì 5 dicembre presenta alle ore 18.30 MUDAR LA PIEL (Cambiare pelle) di Ana Schulz e Cristóbal Fernández (Spagna, 2018, 89′). Juan Gutiérrez, filosofo e ingegnere, fu mediatore di pace fra l’ETA (forza d’opposizione armata per l’indipendenza dei Paesi Baschi) e il governo spagnolo negli anni ’80; Roberto Flórez fu il suo braccio destro, e assieme condivisero anni di battaglia per il processo di pace. Un’amicizia di ferro, profonda, ma avvolta da un fitto mistero: alla fine degli anni ‘90 infatti Flórez sparisce senza preavviso, senza lasciar traccia di sé. Risulta subito chiaro che era un infiltrato sotto false spoglie. Era un agente dei Servizi Segreti? Chi era in realtà Roberto? Autentica perla dell’ultimo cinema spagnolo indipendente, capace di mutare da documentario storico-familiare a thriller di spionaggio. Rivelazione assoluta, in concorso a Locarno.
Chiusura di rassegna giovedì 5 dicembre alle ore 21.00 con CARMEN Y LOLA (Carmen e Lola) di Arantxa Echevarría (Spagna, 2018, 103′). Premio Goya come Miglior opera prima e come Miglior attrice non protagonista (Carolina Yuste), l’esordio di Arantxa Echevarría è la storia di Carmen, una ragazza che appartiene a una comunità di gitani nei sobborghi di Madrid. Come tutte le giovani donne della comunità, è destinata a riprodurre uno schema che si ripete di generazione in generazione: sposarsi presto e crescere il maggior numero di bambini possibile. Fino al giorno in cui incontra Lola, gitana come lei, ma per nulla rassegnata a quel destino. Tra le due ragazze sboccia una complicità che le proietta in un mondo proibito. Il loro amore è una bomba ad orologeria. Potente favola gitana, applauditissima alla Quinzaine des Réalisateurs 2018 del Festival di Cannes.
Il festival, organizzato da EXIT media e diretto da Iris Martín-Peralta e Federico Sartori, riceve il sostegno dalle maggiori istituzioni spagnole: Ufficio Culturale dell’Ambasciata di Spagna, Acción Cultural Española, Ufficio del Turismo Spagnolo, Reale Accademia di Spagna a Roma e Istituto Cervantes Italia.