IL COMPLOTTO DI CHERNOBYL
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Un film di Chad Gracia.
Con Fedor Alexandrovich, Artem Ryzhykov, Andrei Alexandrovich, Elena Yagodovskaya.
Ucraina, Gran Bretagna, USA 2015 – 82′
Durante le proteste antigovernative in Ucraina, nel gennaio 2014, il pittore e scenografo Fedor Alexandrovich rievoca il trauma vissuto da bambino a seguito dei fatti di Chernobyl (26 aprile 1986), il più grave disastro nucleare (prima di Fukushima) le cui cause furono imputate a errore umano. Convinto che non si sia trattato di un incidente, rabbioso per l’omertà tenuta dalle istituzioni all’epoca e insospettito dall’inquinamento delle prove, ipotizza che l’esplosione del reattore sia stata provocata intenzionalmente da Mosca per disattivare l’inefficiente e costosissimo radar Duga, costruito nelle vicinanze dell’impianto, voluto a scopi militari dal governo sovietico e chiuso proprio a settembre di quell’anno, quando avrebbe dovuto essere sottoposto a revisione. Addirittura individua come mandante Vasily Shamshin, ministro delle comunicazioni russo dall’80 all’89 e morto nel 2009.
Per dimostrare la sua teoria, si fa protagonista, insieme al cameraman e direttore della fotografia Artem Ryzhykov, di una rischiosa esplorazione, in cerca di conferme da parte di scienziati, di ormai anziani militari e tecnici allora in servizio e di alcuni superstiti. L’argomento principale della sua inchiesta è il russian woodpecker (“picchio russo”): un segnale costante a bassa frequenza, proveniente dalla Duga, che disturbava le trasmissioni radio ed era noto alle autorità e alla stampa di tutto il mondo, soprattutto statunitensi, fin dal 1976, anno di attivazione di quell’antenna imponente.