La Lega degli Straordinari Gentleman di Moore e O’Neill

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Neanche a dirlo, potremmo comporre un elenco sterminato di adattamenti di romanzi celebri a fumetti che vadano dal più commerciale al più creativo e artistico, dalla Bibbia alla Divina Commedia di Dante al Signore degli Anelli di Tolkien, passando per Stephen King o Clive Barker, Poe, Lovecraft, Kafka e Dostoevskij, Collodi e Carlotto. Testi autobiografici o letterari suddivisi in base al target per età o genere.
Ma nel 1999, seguendo l’esempio del prolifico scrittore di fantascienza Philip Josè Farmer, Alan Moore e Kevin O’Neill creano un metaverso narrativo all’interno del quale si muovono i personaggi di alcuni grandi romanzi della letteratura vittoriana; dopo averli fagocitati e digeriti, li ripropongono in un’amalgama definitiva, creando un modello potenzialmente espandibile all’infinito. Ecco quindi Capitano Nemo, al servizio della Corona Britannica, che insieme a Mr Hyde e a Mina Murray si impegna per sventare un’invasione Marziano.

Kevin O’Neill, gigantesco fumettista britannico scomparso sul finire del 2022, con il suo tratto tagliente rende le pagine dense di riferimenti, citazioni e sottile cinica ironia. Le sue tavole andrebbero stampate in formato A3 per poter godere appieno dei suoi virtuosismi.
Alan Moore, dal canto suo, è un titano che ha ideato (o rielaborato) gran parte delle opere fumettistiche seminali degli ultimi 50 anni. La sua è un scrittura particolareggiata e fluida che travolge il lettore per la quantità di informazioni che libera.
Le fonti ovviamente non sono affatto rispettate, essendo mantenute solamente le caratteristiche identificative dei personaggi, i protagonisti che si muovono sullo sfondo scaturito dalla fusione di un immaginario letterario collettivo ricchissimo. Insieme questi due autori hanno chiuso il millennio lasciando un epigrafe alla loro imperitura memoria.