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Belli e dannati

Luigi Luca Borrelli
Belli e dannati
Volti tragici del cinema del Novecento
(Odoya, pg.330)

Attorno alla figura del bello e dannato, o bello e tenebroso, diretta filiazione della grande letteratura è ruotato molto del cinema che conosciamo. Dalla sua comparsa e per tutto l’arco del 900, questa figura ha contribuito a plasmare l’immaginario dei più giovani, a favorire proiezioni, spesso scavallando codici di comportamento e pensiero ritenuti inamovibili dal mondo adulto o dalle istituzioni.

Il libro di Luigi Luca Borrelli non solo ha il pregio di condurci in una galleria di volti noti e grandi film ma anche quello di ricordarci come molti di questi attori a un certo punto della loro carriere abbiano visto crollare il muro che divideva le loro vite private dai personaggi portati sullo schermo. A scorrere velocemente le pagine ci sono proprio tutti coloro che hanno rappresentato il divismo nella sua essenza più cristallina: dal re del cinema muto Rodolfo Valentino a Tyrone Power, dai ribelli senza causa Montgomery Clift, Marlon Brando, James Dean a Steve McQueen e Mickey Rourke.

E poi ovviamente la controparte europea: Osvaldo Valenti, Gérard Philipe, Jean Gabin, Alain Delon, Helmut Berger e molti altri. Un testo utile, oltre che piacevolmente scorrevole nella lettura, non solo per volgere lo sguardo al passato, ma per interrogarsi anche su quali forme può aver assunto oggigiorno il bello e dannato e quali attori a buon diritto possono dire di incarnarlo.

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