Pasolini 100
Cento anni fa, il 5 marzo 1922, nasceva a Bologna Pier Paolo Pasolini. Poeta, regista, intellettuale, figura centrale nella storia culturale del Novecento italiano. A lui La Cappella Underground dedica una rassegna che presenta 13 dei suoi film in versione restaurata. A partire dal 16 marzo in programma al Cinema Ariston la quasi totalità della filmografia pasoliniana, dall’esordio nel 1961 con Accattone all’ultimo controverso Salò o le 120 giornate di Sodoma, uscito postumo nel 1975. 12 appuntamenti assolutamente imperdibili che rendono omaggio all’immenso poeta-regista.
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Mercoledì 16 marzo | 16.00 + 18.30 + 21.00
Accattone
(Italia/1961) di Pier Paolo Pasolini (117′)
“In Accattone ho voluto rappresentare la degradazione e l’umile condizione umana di un personaggio che vive nel fango e nella polvere delle borgate di Roma. Io sentivo, sapevo, che dentro questa degradazione c’era qualcosa di sacro, e allora questo aggettivo, ‘sacro’, l’ho aggiunto con la musica […] Bach mi è servito a far capire ai vasti pubblici queste mie intenzioni” (Pier Paolo Pasolini).
Mercoledì 30 marzo | 17.30 + 20.30
Mamma Roma
(Italia/1962) di Pier Paolo Pasolini (105′)
Mamma Roma, ex prostituta, sogna per il figlio adolescente Ettore un avvenire conformista e piccolo-borghese. Senza accorgersene, lo spinge verso l’infelicità e la morte. Uno dei nodi drammatici più intensi del film è il contrasto, anche fisico, fra la vitalità irruenta e sanguigna di una grande Anna Magnani e l’apatia opaca del non attore Ettore Garofolo. Dietro la tragedia di madre e figlio, il film descrive i primi segni della trasformazione di un paese che sta corrompendo i suoi caratteri originari. (Roberto Chiesi)
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La ricotta
(Italia-Francia/1963) di Pier Paolo Pasolini (35′)
Bellissimo, paradossale episodio di RoGoPaG, racconta il calvario realmente vissuto sul set di un film sulla Passione di Cristo (diretto da Orson Welles) dalla povera comparsa Stracci, ultimo degli ultimi, in un film nel film dove si aprono parentesi di feroce polemica contro la borghesia italiana e momenti di sospensione onirica. Il film scatenò uno scandalo, subì un grottesco processo, fu condannato per vilipendio alla religione e Pasolini dovette modificare alcune sequenze.
Mercoledì 13 aprile | 17.30 + 20.30
Il Vangelo Secondo Matteo
(Italia/1964) di Pier Paolo Pasolini (137′)
“La mia lettura del Vangelo non poteva che essere la lettura di un marxista, ma contemporaneamente serpeggiava in me il fascino dell’irrazionale, del divino, che domina tutto il Vangelo. Io come marxista non posso spiegarlo e non può spiegarlo nemmeno il marxismo. Fino a un certo limite della coscienza, anzi in tutta coscienza, è un’opera marxista: non potevo girare delle scene senza che ci fosse un momento di sincerità, intesa come attualità. Infatti, i soldati di Erode […] li ho vestiti un po’ da fascisti, e li ho immaginati come i fascisti che uccidevano i bambini slavi buttandoli in aria”. (Pier Paolo Pasolini).
Mercoledì 20 aprile | 16.30 + 18.45 + 21.00
Comizi d’amore
(Italia/1964) di Pier Paolo Pasolini (92′)
Pasolini percorre l’Italia dal sud al nord, interrogando ogni classe e tipologia d’italiano su un argomento tabù quale la sfera sessuale. Ne esce l’immagine di un paese intriso di pregiudizi e repressioni, ora gretta e oscurantista, ora ansiosa di un’emancipazione ancora lontana. Partecipano all’inchiesta Moravia, Musatti, Ungaretti, Oriana Fallaci, Adele Cambria e molti altri. (Roberto Chiesi)
Mercoledì 27 aprile | 16.30 + 18.45 + 21.00
Uccellacci e uccellini
(Italia/1966) di Pier Paolo Pasolini (86′)
Il viaggio picaresco di un padre e un figlio (la splendida, inattesa coppia Totò-Ninetto Davoli), accompagnati da un corvo parlante, lungo le strade dell’Italia del boom economico e della Nuova Preistoria. Incontrano artisti girovaghi bidonisti, ingegneri padronali, miseri contadini, fiorenti prostitute e dantisti dentisti. Pasolini racconta la crisi dell’ideologia marxista in chiave fiabesca. (Roberto Chiesi)
Mercoledì 4 maggio | 16.30 + 18.45 + 21.00
Edipo Re
(Italia/1967) di Pier Paolo Pasolini (104’)
È una tragedia di Sofocle reinventata alla luce di Freud, il primo film dove Pasolini si misura con il Mito classico, per evocare, in modo visionario e onirico, la propria autobiografia. Con l’apporto del geniale Danilo Donati, il poeta-regista cala la storia di Edipo in una dimensione barbarica e allucinata. Il cast quanto mai eterogeneo – Franco Citti, Silvana Mangano, Carmelo Bene, Julian Beck, Alida Valli – appare in sorprendente armonia con la rêverie pasoliniana. (Roberto Chiesi)
Mercoledì 18 maggio | 16.30 + 18.45 + 21.00
Porcile
(Italia-Francia/1969) di Pier Paolo Pasolini (98’)
Due storie ambientate in epoche diverse – un passato indefinito e il 1967 – e in spazi emblematici – una zona vulcanica e una villa neoclassica in Germania – tracciano un crudele apologo. Nella prima un giovane cannibale fa proseliti e sfida legge e morale; nella seconda, un potente industriale tedesco accetta la fusione con un concorrente, ex nazista. Ma il suo rampollo cela uno scandaloso segreto.
Mercoledì 25 maggio | 16.30 + 20.30
Medea
(Italia/1969) di Pier Paolo Pasolini (118′)
Racconto mitologico d’amore, tradimento e vendetta, Medea di Pasolini rappresenta un’affascinante incrocio di tematiche freudiane e marxiste. Adattando il dramma euripideo, Pasolini mette in scena un’inquietante visione dei propri conflitti personali e di quelli nazionali, offrendo così una complessa commistione di mitologia classica e critica sociale contemporanea. Protagonista indiscussa del film è la leggendaria Maria Callas.
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Appunti per un’Orestiade africana
(Italia/1970) di Pier Paolo Pasolini (73′)
Dalla Tanzania all’Uganda, Pasolini percorre l’Africa cercando i corpi e i luoghi per un film in forma di ‘film da farsi’, liberamente ispirato alla trilogia dell’Orestiade di Eschilo. L’Africa, che negli anni Sessanta stava dolorosamente uscendo da secoli di colonialismo, è vista da Pasolini come lo spazio di un processo di metamorfosi dal mondo arcaico alla modernità, dove l’irrazionalità primigenia deve coesistere con il “nuovo mondo della ragione”.
Mercoledì 8 giugno | Decameron (1971, 110′) | 16.30 + 18.45 + 21.00
Il Decameron
(Italia-Francia-Germania/1971) di Pier Paolo Pasolini (114′)
Il primo film della Trilogia della vita, liberamente ispirato a nove racconti di Boccaccio, è significativamente ambientato a Napoli. “Non ho scelto personaggi del Decameron per caso ma per offrire esempi di realtà. Un personaggio del Decameron è esattamente il contrario di un personaggio che si vede nei programmi televisivi o nei cosiddetti film consolatori. Questo per restare solo sul piano dell’idea figurativa. Dal Decameron in poi è questo che conta maggiormente, questa fisicità del personaggio, che si impone”. (Pier Paolo Pasolini)
Mercoledì 15 giugno | 16.30 +18.45 + 21.00
I racconti di Canterbury
(Italia-Francia/1972) di Pier Paolo Pasolini (111′)
L’Inghilterra trecentesca ricreata da Pasolini ispirandosi a otto racconti di Geoffrey Chaucer, interpretato dallo stesso regista. “I rapporti sessuali mi sono fonte di ispirazione anche proprio di per se stessi, perché in essi vedo un fascino impareggiabile […]. I critici, rimuovendo dai miei film il sesso, hanno rimosso il loro contenuto, e li hanno trovati dunque vuoti, non comprendendo che l’ideologia c’era, eccome, ed era proprio lì, nel cazzo enorme sullo schermo, sopra le loro teste che non volevano capire” (Pier Paolo Pasolini).
Mercoledì 22 giugno | 16.00 + 18.30 + 21.00
Il fiore delle Mille e una notte
(Italia-Francia/1974) di Pier Paolo Pasolini (129′)
L’ultimo film della Trilogia della vita è anche quello dove forse si esprime più poeticamente il senso dell’utopia pasoliniana, evocando una dimensione popolare e fantastica dove il sesso è vissuto con libera spregiudicatezza in un passato magico, violento e intatto. Le scenografie di Dante Ferretti, i costumi di Danilo Donati, la fotografia di Giuseppe Ruzzolini, contribuiscono allo splendore figurativo di un film ispirato alle fiabe arabe e girato in Etiopia, Yemen, Iran e Nepal. Segue la proiezione del prologo originario, del bellissimo epilogo e di una scena inedita tagliati dalla versione definitiva del film. (Roberto Chiesi)
Mercoledì 29 giugno |16.00 + 18.30 + 21.00
Salò o le 120 giornate di Sodoma
(Italia/1975) di Pier Paolo Pasolini (116′)
L’ultimo film della Trilogia della vita è anche quello dove forse si esprime più poeticamente il senso dell’utopia pasoliniana, evocando una dimensione popolare e fantastica dove il sesso è vissuto con libera spregiudicatezza in un passato magico, violento e intatto. Le scenografie di Dante Ferretti, i costumi di Danilo Donati, la fotografia di Giuseppe Ruzzolini, contribuiscono allo splendore figurativo di un film ispirato alle fiabe arabe e girato in Etiopia, Yemen, Iran e Nepal. Segue la proiezione del prologo originario, del bellissimo epilogo e di una scena inedita tagliati dalla versione definitiva del film.
– Roberto Chiesi