Pasolini a fumetti!

Archivio Segnali di fumo_

Nel centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini, uno dei maggiori intellettuali del secolo scorso, c’è il rischio di smarrirsi nel marasma di omaggi e retrospettive (tra le quali ricordiamo quella proposta dal Cinema Ariston). In questo percorso composito ed affastellato, aggiungiamo un ennesimo tassello all’enorme puzzle dell’enigmatico personaggio, che passa attraverso il fumetto.

La narrativa biografica per immagini non è nuova a questo tipo di operazioni e materiale non manca nemmeno in questo caso. La mediateca vi propone quindi tre titoli: per conoscitori dell’uomo, del personaggio o invece solo per chi, totalmente digiuno, vogliano avvicinarsi e perdersi nel labirinto fornito dalle differenti sfaccettature di una delle menti italiane più brillanti e controverse della modernità, vuoi anche a causa dell’incompiutezza della sua vita, che suo malgrado, è balzata all’onore della cronaca nera.

Il viaggio inizia con un’autobiografia immaginaria o in questo caso immaginata da Elettra Stamboulis e Gianluca Costantini. La gioventù di Pasolini, basata su fonti documentate, viene restituita sotto forma di diario illustrato e ci racconta il bambino e il ragazzo, prima ancora che l’uomo si possa trasformare nella figura quasi mitologica cui sarà destinato. Un romanzo di formazione.

Si passa poi ad un classico del graphic novel italiano guidati da Davide Toffolo, che con il suo solito tratto sognante ed etereo, ci racconta la poesia di un intellettuale, sensibile, combattuto e agguerrito e lo fa con un’intervista fittizia, in cui sono le stesse parole di Pasolini a racconterebbero il suo struggimento e la sua emergenza di vivere e contrapporsi al decadimento culturale dell’Italia.

L’epilogo di questa esplorazione non può che essere uno, come molti sanno, e quindi concludiamo con Il delitto Pasolini, un triste episodio di cronaca nera che ancora oggi lascia molti punti interrogativi sospesi; che evidenzia come il clima culturale e sociale all’epoca dei fatti fosse ancora superficiale e refrattario alla ricerca di un’idea di verità, rispetto al facile sensazionalismo e allo sfruttamento dei pruriti dell’opinione pubblica.