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Trieste Settanta. Arte e Sperimentazione

Museo Revoltella
Galleria d’Arte Moderna

La mostra intitolata Trieste Settanta. Arte e sperimentazione si inserisce nel solco delle iniziative promosse negli anni dal museo dedicate all’arte della seconda metà del Novecento e valorizza alcune delle principali esperienze di ricerca svoltesi in quel decennio e legate alla ricerca e alla sperimentazione.

In una Trieste marginale, immersa nella frenesia del commercio transfrontaliero di jeans, per nulla attenta alla rivoluzione del costume in corso, i precursori di Arte Viva, seguiti da la Cappella Underground, da Studio Tommaseo e da Gruppo 78, si facevano portatori di una visione artistica e sociale del tutto avanzata: arte e sperimentazione, appunto. I triestini, nel solco della tradizione, guardavano più all’Europa che all’Italia, all’Azionismo Viennese e alle istanze dell’arte femminista, alla sperimentazione grafica e al computer tra Graz e Lubiana, a presentare ricerche sofisticate con incisiva povertà di mezzi. Nel tempo alcuni si sono estinti, a seguito della scomparsa dei loro fondatori, altri si sono trasformati da galleria d’arte a centro culturale, altri si sono orientati esclusivamente verso la cinematografia, altri infine hanno mantenuto la loro iniziale configurazione. Tutti hanno collaborato alla realizzazione della mostra, che non è solo un omaggio al lavoro degli anni Settanta, ma un ringraziamento per quanto ancora oggi propongono sulla scena culturale della città.

L’esposizione raccoglie un significativo nucleo di opere del periodo delle collezioni museali al quale si sommano quelle di collezioni private e degli artisti protagonisti del periodo e tuttora operanti.
È una mostra incentrata sulla molteplicità a partire dall’assunto di fondo che anche a Trieste quelle che erano state le esperienze dirompenti legate agli anni Sessanta – che nella rivoluzione sessantottina trovano un elemento simbolico di riferimento – come il desiderio di fuoriuscire dalla tela, di aprirsi alla interdisciplinarità e strutturare nuove metodologie operative – e nell’attività della Galleria la Cavana e del gruppo Arte Viva concrete manifestazioni precorritrici di alto profilo – contribuirono a far fiorire esperienze nuove, diverse, poliedriche e tutte connotate da una totale assenza di gerarchie, oltre che segnate da una notevole complessità stilistica.

La mostra è allestita nella Sala Scarpa del Museo Revoltella. Si apre – al pianterreno – con una sezione dedicata alla grafica e – all’ammezzato – con l’esposizione di un ricco materiale documentativo del periodo conservato nel museo. Inviti, locandine ed editoria di tutto il decennio – interessanti anche dal punto di vista prettamente grafico – che fanno comprendere il panorama, assai diversificato della scena artistica locale, l’attività delle gallerie, mostre personali e collettive, ma anche incontri, conferenze e spettacoli.
Il percorso espositivo, improntato ad una estrema libertà, per sollecitare una fruizione conoscitiva personale, è costituito sia dalle opere dei diversi artisti che da zone dedicate alle principali realtà associative di ricerca operanti dal periodo: da Arte Viva e il Centro Operativo Arte Viva, il Centro La Cappella, lo Studio Tommaseo e il Gruppo ’78. Un sistema di pannelli didattico informativi inquadra il panorama nella sua complessità, oltre ad introdurre il lavoro degli artisti presentati.

Tra gli altri sono rappresentati Luciano Celli, Augusto Cernigoj, Bruno Cheriscla, Enzo Cogno, Antonio Guacci, Ugo Guarino, Emanuela Marassi, Claudio Palcic, Nino Perizi, Cesare Piccotti, Ugo Pierri, Miela Reina, Lucio Saffaro, Livio Schiozzi, Mario Sillani Djerrahian, Antonio Sofianopulo, Franco Vecchiet, Edward Zajec: una selezione di artisti triestini operanti nel segno dell’avanguardia ai quali si aggiunge un importante insieme di grafiche, molte appartenenti alla collezione del museo, e di opere di artisti e autori collegati ai gruppi operativi sopracitati, protagonisti di eventi espositivi particolarmente significativi, tra altri Getulio Alviani e Carlo de Incontrera, Paolo Patelli e Paolo Legnaghi, Otto Muhl e Rudolf Schwarzkogler dell’azionismo viennese. Nello spirito dell’epoca non potevano mancare naturalmente alcuni multipli e le edizioni d’arte.
Uno spazio infine è dedicato al Museo Revoltella che viveva un momento molto particolare. Chiuso per i lavori di ristrutturazione – firmati dal celebre architetto Carlo Scarpa, che verranno ultimati solo nel 1991 – nondimeno fu promotore di una vivace attività “fuori sede”, luogo di accesi dibattiti sul suo futuro e anche propulsore di una politica di acquisti, di cui in questa occasione viene esposta una interessante selezione.

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