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Principi e principesse

[Princes et princesses]
di Michel Ocelot
Francia, 1999, 67′

Raffinata e suggestiva fiaba d’animazione ispirata alla tecnica del teatro delle ombre. Costumi, disegni, magie dei paesi lontani, e due ragazzi dotati di tanta fantasia che, in sei storie differenti, viaggiano nel tempo e nello spazio: dall’Antico Egitto al Medioevo, dall’arte giapponese alla più classica delle fiabe (il bacio della principessa al rospo) rovesciata in una situazione comicamente assurda.

Grazie alla notorietà internazionale ottenuta all’improvviso grazie a questo suo primo lungometraggio Kirikù e la strega Karabà, Ocelot ha potuto rimontare in un film di 65 minuti, Principi e principesse, sei degli otto cortometraggi realizzati a partire dal 1988 per la serie televisiva Ciné si, nei quali il cineasta rivisitava gli archetipi del mito e della fiaba classica, coniugando una raffinata sensibilità figurativa, una sottile ironia e un gusto della contaminazione culturale squisitamente postmoderno. Tenuti assieme da un’esile cornice metafilmica e ambientati in epoche e paesi diversi, dall’Egitto dei faraoni al Giappone degli haiku e delle stampe di Hokusai, dall’Europa medievale e barocca a un fantascientifico e ipertecnologico futuro, gli episodi sono accomunati sul piano espressivo dall’uso della tecnica delle ‘silhouettes animate’, portata al massimo grado di raffinatezza e perfezione dalla tedesca Lotte Reiniger […], che prevede l’animazione a passo uno di sagome in cartoncino dalle articolazioni snodabili disposte su una lastra di vetro e riprese in controluce, in modo da ottenere figurine di un nero uniforme del tutto prive di dettagli interni in risalto su un luminoso fondo chiaro.
(Alberto Boschi)

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