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Date: 04 – 05 giugno 2016
Scadenza iscrizione: 01 giugno 2016
orario: sabato e domenica 11.00-13.00 e 14.00-18.00
sede: Mediateca La Cappella Underground – Via Roma, 19
costo: € 100,00

Il direttore della fotografia è il responsabile della fotografia cinematografica durante la realizzazione di un film. Al cinema è considerato una delle figure professionali più importanti della troupe, poiché è responsabile dell’impatto visivo delle immagini sullo spettatore.

Una full-immersion, con Alessandro Pesci, direttore della fotografia di “Un’altra vita”, “N, Io e Napoleone”, “Caos calmo”, “Habemus Papam”, “Viva L’Italia”, “Noi e la Giulia”, “Gli ultimi saranno ultimi” (in sala dall’11 novembre).
Il racconto di un’esperienza in continuo divenire attraverso le spiegazioni tra teoria, pratica, arte, artigianato, cinema di qualità e serie tv. Il cinema del futuro dove l’unico punto fermo sembra essere la necessaria conoscenza della luce.
Il corso unisce spinte diverse, tra teoria e pratica, i confronti e le parentele di linguaggio con altre arti visive come la pittura, l’animazione. I riferimenti forti dell’immaginario cinematografico, le riflessioni puntuali sul colore, l’attenzione agli strumenti di ultima generazione, i rapporti con le altre figure professionali, i processi e i protocolli necessari per definire l’impostazione di una messa in scena, la comunicazione professionale, la gestione delle risorse umane di una squadra di lavoro nella realizzazione di un film, l’importanza della post produzione con il contributo decisivo e creativo del colorist nella fase della post-produzione e la cosiddetta “color science”.
“La luce è una materia plastica, mobile, lavorabile. Arriva dal sole o la si riproduce artificialmente. Dalla formazione dell’immagine su di un supporto sensibile la luce interviene nel racconto cinematografico o nelle arti in genere attraverso la costruzione delle immagini. Nel linguaggio cinematografico l’uso della luce si è trasformato da una gestione ingegneristica e fortemente tecnica ad una decisamente più espressiva ed emozionale.
La luce è un argomento semplice di per sé (ci serve per vedere) tuttavia molto articolato nella sua percezione e nello sviluppo creativo che può generare. Anche le figure più esperte stentano a riconoscere il lavoro sulla luce nell’impasto finale di un film.
Ci accorgiamo della luce quando non c’è o quando ce n’è troppa. La luce è un elemento che diamo per scontato ma nel cinema è sempre una forma di racconto rivelandone appunto sia un uso ingegneristico che creativo ed espressivo.
Il mio desiderio è quello di insegnare a trasformare la luce che riusciamo a visualizzare nei nostri intenti in una materia reale e gestibile al servizio di un film, di un documentario, di un’intervista, di uno spot pubblicitario, di una rappresentazione teatrale, di un light designer.
Immaginiamo cosa possa voler dire leggere su di una sceneggiatura la dicitura: ‘interno alba’. Per poter riprodurre cinematograficamente un’alba e trasfigurarla per lo schermo, dovremmo aver ben chiaro cosa è la luce dell’alba. Film come ‘La sottile linea rossa’, i film di Stanley Kubrick, sono dei veri e propri manuali sulla luce nel cinema. Un direttore della fotografia, un light designer, si occupa di questi temi nel rispetto dei tempi di realizzazione dell’opera secondo un principio inamovibile di ogni set: la necessità di fare presto e bene.
 

Il workshop si svolge in due giorni tra sabato e domenica.

  • Lo sguardo e la scoperta della luce.
  • Visualizzazione di una scena scritta in una sceneggiatura.
  • Tendenza naturalistica di questi anni.
  • Trasfigurazione all’interno del naturalismo visivo.
  • La ricerca attraverso le arti visive.
  • L’inquadratura.
  • Gli strumenti di un direttore della fotografia.
  • Relazione tra il regista ed il direttore della fotografia.
  • Espansione e nuovi spazi di linguaggio attraverso l’uso delle nuove macchine fotografiche digitali.
  • La luce nell’animazione Pixar. Dal disegno alla pittura al film.
  • La ricerca attraverso le immagini per la preparazione del film.
  • Studio e comparazione tra film dove la luce esterna, ‘naturale’ è completamente disomogenea da quella artificiale degli interni (vecchi 007) e dove è completamente omogenea (Kubrick).
  • La luce che non c’è nei filmati commerciali Apple (still life).
  • Perché il naturalismo in cinematografia che si sviluppa in ritardo rispetto alla pittura da Caravaggio a Norman Rockwell.
  • Vfx nel cinema e la figura del colorist nella post produzione.
  • Studio di scene da film e loro smontaggio e ricostruzione teorica/pratica di alcune scene attraverso i sistemi di ripresa.
  • Svolgimento dell’esercizio pratico denominato ‘trekilowatt’.

Alessandro Pesci – Dopo aver frequentato la Scuola di cinema Gaumont all’inizio degli anni ottanta, si è occupato di fotografia cinematografica e televisiva. Ha anche girato spot pubblicitari e documentari.
È stato candidato al David di Donatello per la fotografia di “N (Io e Napoleone)” di Paolo Virzì e per “Caos Calmo” di Antonello Grimaldi, e ha vinto il Nastro d’argento alla migliore fotografia per “Habemus Papam” di Nanni Moretti.
Fa parte dell’associazione AIC – Associazione Italiana Autori della Fotografia Cinematografica.


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