Il nero americano
Sentieri Underground #63
Il nero americano
Il noir non è un genere, ma l’atteggiamento di un certo cinema che si è andato diffondendo tra 1941-1958; una sinfonia della città dissonante e probabilmente più autentica di quella offerta dalla commedia classica americana. Detective privati, perdenti patologici, donne predatrici, criminali psicotici, si muovono come animali selvatici nelle loro gabbie, infestando quelle città sudice che tendono ad essere sempre più simili a oscuri labirinti metropolitani dentro cui le persone comuni sono destinate a smarrirsi. Questo atteggiamento ha caratterizzato un momento di estrema creatività e sperimentazione cinematografica che è mutato nel tempo, andando a sovrapporsi alla sensibilità di giovani autori, problematiche e linguaggi sempre più contemporanei. Tra 1959 e 1965 (postnoir), quando il cinema subisce trasformazioni linguistiche e tematiche che lo spingono verso una maggiore consapevolezza e modernità, il nero evolve per raggiungere la piena maturità. Dopo il 1966 il neonoir rielabora con nuova sensibilità gli archetipi del genere riutilizzando anche le icone attoriali che li hanno resi tali, in un gioco cinefilo consapevole che sfrutta e dà spazio a una nuova protagonista che pretende maggiore attenzione. Dura, cattiva, senza scrupoli: la metropoli, fatta di vicoli, traffico e persone che la animano come un formicaio.
Noir 1941–1958
La fiamma del peccato di Billy Wilder, 1944 → P0023 / D2748
Tratto dall’omonimo romanzo breve di James Cain La morte paga doppio (a sua volta ispirato a un vero fatto di cronaca del 1928), il quarto lungometraggio di Billy Wilder, scritto a quattro mani con Raymond Chandler, è uno dei più grandi noir mai apparsi su pellicola.
I topoi del genere, dalla dark lady che manipola l’uomo all’ambientazione tutta in interni, passando per le atmosfere afose e fumose delle estati di Los Angeles, ci sono tutti.
Detour. Deviazione per l’inferno di Edgar G. Ulmer, 1945 → P0920 / D1191 / P3247
Costruito come un lungo flashback, segue la progressiva descentio ad inferos di uno squattrinato musicista che si ritrova suo malgrado stritolato da un’implacabile catena di eventi e un paio di cadaveri al seguito. “Detour è una sorta di road movie interiore. Lo sventurato protagonista sembra reinterpretare in chiave beffarda il viaggio verso ovest di certi galanti cowboy dei western.
La fiera delle illusioni di Edmund Goulding, 1947 → D3797
Tratto da un romanzo di William Lindsay Gresham, La fiera delle illusioni è uno dei film più cupi e cinici di Edmund Goulding. Stanton è un imbonitore di fiera che, con l’aiuto della psicologa Lilith, imbroglia i clienti attraverso fittizi esperimenti spirituali. Una volta smascherato in pubblico dalla moglie, l’uomo entra in una spirale autodistruttiva trovando rifugio nell’alcool.
Le catene della colpa di Jacques Tourneur, 1947 → P1070
Padrone di un distributore di benzina, Jeff Bailey vive nella tranquilla Bridgeport, in California, accanto alla fidanzata Ann. La sua esistenza scorre serena fino a quando uno sconosciuto viene a cercarlo: il passato di Bailey torna così a bussare alla sua porta. Al passato non si può sfuggire: sembra questo uno dei messaggi de Le catene della colpa, film cult tra i più significativi noir della seconda metà degli anni Quaranta.
La fuga di Delmer Daves, 1947 → P0276C
Vincent Parry, condannato per l’omicidio della moglie malgrado la sua innocenza, evade da San Quintino e trova l’insperato aiuto di Irene. Parry si sottopone a un intervento di chirurgia plastica per non essere riconosciuto dalla polizia e va in cerca del vero assassino.
La signora di Shanghai di Orson Welles, 1948 → D3216
Dopo averla salvata da un’aggressione nel parco, il marinaio Mike O’Hara viene ingaggiato dalla splendida e misteriosa Elsa Bannister a bordo di un lussuoso yacht in direzione di San Francisco. Ben presto O’Hara si ritrova coinvolto in un losco complotto che vede protagonisti il marito di Elsa, Arthur Bannister, facoltoso avvocato disabile, e il suo socio in affari, il mefistofelico George Grisby.
Un bacio e una pistola di Robert Aldrich, 1955 → P1062
Los Angeles. Dopo aver caricato una misteriosa autostoppista, il detective privato Mike Hammer viene aggredito da alcuni sconosciuti. Risvegliatosi malconcio in ospedale, scopre che la donna è morta e decide di indagare con l’aiuto della fidanzata Velda: al centro di tutto, una valigetta dal contenuto misterioso. Dal romanzo Kiss Me, Deadly di Mickey Spillane, un film torbido e malsano diretto con mano sapiente.
Post Noir 1959–1965
Jack Diamond Gangster di Budd Boetticher, 1960 → D4843
La storia di Jack “Legs” Diamond, famoso gangster americano anni ‘20; da furfante di borgata a capogang, fino alla sua caduta, morto ammazzato. Un film spietato sulla bramosia del denaro, sintetico e preciso nei vari passaggi della “maturazione” criminale del tempo e sul suo cambiamento di facciata post-proibizionismo in stile “legale”, dopo l’avvento del superboss Al Capone.
La vendetta del gangster di Samuel Fuller, 1961 → D3940
Ancora ragazzino, Tolly Devlin assiste all’omicidio del padre. Anni dopo, divenuto adulto, riesce a trovare i responsabili, temuti gangster di una potente organizzazione criminale che il procuratore Driscoll cerca di sgominare. La vendetta di Devlin sarà spietata. Atmosfera cupa, nichilismo senza speranza, analisi chirurgica del sottobosco criminale: Fuller ridà vita al genere noir con questa storia di vendetta.
Operazione Terrore di Blake Edwards, 1962 → D4842
La dipendente di una banca viene ricattata da un losco criminale che vuole ottenere da lei una grande somma di denaro. La ragazza riesce ad avvisare l’FBI senza però riuscire a dar loro informazioni precise su come rintracciarla. L’agente John Ripley si metterà al lavoro per soccorrerla. Una delle poche incursioni di Blake Edwards fuori dal suo genere prediletto, un solido thriller che dimostra quanto il regista sia a suo agio anche con atmosfere più cupe e taglienti.
Il promontorio della paura di Jack Lee Thompson, 1962 → P0212
Max Cady è un criminale che ha appena scontato otto anni di prigione per via di una condanna sostenuta dalla testimonianza di Sam Bowden, un onesto avvocato. L’uomo ora vuole vendicarsi e inizia a minacciare Sam, perseguitando anche sua moglie Peggy e sua figlia Nancy.
Il corridoio della paura di Samuel Fuller, 1963 → P0212
Il giornalista Johnny Barrett si finge pazzo per farsi internare in un ospedale psichiatrico e risolvere un omicidio commesso all’interno della struttura. Il coronamento della carriera di un grande regista votato da sempre a pellicole low budget e anticonformiste, ma anche il suo massimo capolavoro, l’opera che meglio porta a compimento la sua estetica visionaria.
Il bacio perverso di Samuel Fuller, 1964 P1918 → P1918
Kelly, prostituta in fuga dal suo violento protettore, si rifugia nella cittadina di Grantville, dove decide di cambiare vita. Nonostante il conflitto con il poliziotto Griff, diventa infermiera in un reparto di bambini menomati e si innamora dell’uomo più ricco e popolare della città. Il linguaggio utilizzato è fortemente moderno e visionario, con ellissi e violazione delle regole del cinema classico, ma a stupire è soprattutto l’audacia con cui vengono trattati argomenti che ai tempi erano ancora tabù
Un giorno di terrore di Walter Grauman, 1964 → P0367
La signora Hilyard è rimasta sola nella sua lussuosa villa. Il figlio è partito per una vacanza. Un brutto giorno, mentre lei resta bloccata accidentalmente nell’ascensore, la casa diventa teatro delle scorrerie di diversi malintenzionati. Tre teppisti, in particolare, mettono tutto a soqquadro e la terrorizzano con minacce. Finalmente la donna riesce a uscire, ma l’incubo non è ancora terminato.
Neonoir 1966-1980 modernista
Operazione Diabolica di John Frankenheimer, 1966 → D4922
Insoddisfatto della propria quotidianità e deciso a cambiare vita, Arthur Hamilton viene spinto dall’amico Charlie a chiedere aiuto a una misteriosa organizzazione. Riuscirà nel suo intento, assumendo l’identità del giovane e fascinoso Antiochus Wilson, ma ben presto dovrà confrontarsi con inaspettati e agghiaccianti colpi di scena.
Detective’s Story di Jack Smight, 1966 → P1485
Contattato dalla misteriosa e ricchissima Elaine, il detective Lew Harper deve ritrovare il marito della donna, apparentemente vittima di un rapimento ma in realtà coinvolto in un intrigo ben più complicato del previsto. Tratto dal romanzo Bersaglio mobile (1949) di Ross Macdonald, uno dei più grandi autori hard boiled insieme a Raymond Chandler e Dashiell Hammett, il film è un crepuscolare thriller investigativo basato su una vicenda in cui, al di là degli intrighi personali, si affacciano più ampi sentori di corruzione morale socio-culturale che aprono le porte ai post-noir anni ’70.
Il braccio violento della legge di William Friedkin, 1971 → P0911
New York. Jimmy Doyle e Buddy Russo, agenti della Squadra Narcotici, sono sulle tracce del trafficante Alain Charnier, francese dai modi aristocratici e dai metodi imprevedibili. Tra pedinamenti, inseguimenti e sparatorie, la caccia all’uomo diventerà sempre più serrata. A emergere prepotenti sono lo squallore di una New York da incubo, dai sobborghi spenti e desolati.
Una squillo per l’ispettore Klute di Alan J. Pakula, 1971 → D4923
Un industriale assolda il detective privato ed ex poliziotto Klute per indagare sulla morte di un suo collaboratore. Il ritrovamento di alcune lettere porta Klute sulle tracce della prostituta Bree Daniels: un’imprevista attrazione complicherà gli eventi.
Getaway! di Sam Peckinpah, 1972 → P0318
Un politicante riesce a far uscire Doc, un delinquente incallito, di prigione prima che abbia scontato per intero la pena; in cambio quest’ultimo deve rapinare una banca per lui. Il colpo viene messo a segno con alcuni complici che però si contendono il bottino. Doc scappa verso il Messico con i soldi e la moglie, inseguito dal complice, che aveva creduto morto, e dalla polizia. La strada però è molto lunga e i pericoli sempre in agguato. Riuscirà l’abile Doc nel suo intento?
Voglio la testa di Garcia di Sam Peckinpah, 1974 → P1806
Un possidente messicano promette un milione di dollari a chi gli porterà la testa di Alfredo Garcia, responsabile di avergli ingravidato la figlia. Alcuni mercenari americani sfruttano l’avventuriero Bennie il quale, scoperto che Garcia è già morto, parte alla ricerca della sua tomba, innescando una spirale di morte e violenza. Allucinato e impregnato di nichilismo, è un film che regala una perfetta rappresentazione visiva della sua poetica anticonsolatoria.
Driver l’imperdibile di Walter Hill, 1978 → BR0545
Una rilettura del noir dalle ambizioni quasi metafisiche, con un occhio al cinema stilizzato di Melville e uno a quello di Peckinpah nella violenza secca e fatalista. Il motivo dell’inseguimento automobilistico diventa quindi una perfetta incarnazione del desiderio di fuga da un ambiente ostile con il quale è impossibile vivere in armonia.
arrivato.
Segnali di fumo
Richard Stark’s Parker – Il cacciatore di Darwin Cooke → FUM0285/001
Il noir non è un genere, ma l’atteggiamento di un certo cinema che si è andato diffondendo tra 1941-1958; una sinfonia della città dissonante e probabilmente più autentica di quella offerta dalla commedia classica americana. Detective privati, perdenti patologici, donne predatrici, criminali psicotici, si muovono come animali selvatici nelle loro gabbie, infestando quelle città sudice che tendono ad essere sempre più simili a oscuri labirinti metropolitani dentro cui le persone comuni sono destinate a smarrirsi. Questo atteggiamento ha caratterizzato un momento di estrema creatività e sperimentazione cinematografica che è mutato nel tempo, andando a sovrapporsi alla sensibilità di giovani autori, problematiche e linguaggi sempre più contemporanei. Tra 1959 e 1965 (postnoir), quando il cinema subisce trasformazioni linguistiche e tematiche che lo spingono verso una maggiore consapevolezza e modernità, il nero evolve per raggiungere la piena maturità. Dopo il 1966 il neonoir rielabora con nuova sensibilità gli archetipi del genere riutilizzando anche le icone attoriali che li hanno resi tali, in un gioco cinefilo consapevole che sfrutta e dà spazio a una nuova protagonista che pretende maggiore attenzione. Dura, cattiva, senza scrupoli: la metropoli, fatta di vicoli, traffico e persone che la animano come un formicaio.